A Marco
Certamente per mia lacuna,
non seppi amare il ciclismo, né i suoi campioni.
Ma sicuramente oggi, posso dire di amarti,
proprio per quella tua fragilità così sofferta,
tragicamente poi riofferta come martirio,
alla ragione di nostro uman
delirio;
che
osanna sino all'apice i suoi miti,
per poi coprirli di polvere, quando li vuol
finiti.
Cosi nella trama luminosa del tuo destino,
ombra gravosa offuscò il tuo cammino,
lasciandoti insicuro quanto il cuore
di un bambino,
pagando di persona con la vita, quel
vile "tiro mancino".
Non ti conobbi nella gloria, ma mi
ritrovai con te nella sconfitta,
rimanendo così per me per sempre il
"migliore":
grazie ancora per avermelo ricordato!
Allora ciao Marco, arrivederci, perché oltre che il cuore di un campione,
celavi in te quella vulnerabilità d'animo,
che da sempre contraddistingue
l'uomo, nel suo vero essere..